Variabili femminili La Nazione

Ha diretto il documentario ‘Variabili femminili’ girato nella nostra provincia.

 

Barbara Enrichi dà voce alle donne  di tre generazioni


Sandra Nistri 


 

SIAMO ABITUATI

a vederla davanti alla macchina da presa ma, stavolta, Barbara Enrichi ha offerto una prova ‘maiuscola’ come regista. L’attrice protagonista de' Il Ciclone' di Leonardo Pieraccioni ma anche di tanti lavori teatrali (attualmente interpreta il ruolo di Giacinta nello spettacolo L’abissina- Paesaggio con figure di Ugo Chiti) ha diretto infatti il documentario Variabili femminili. Di madre in figlia, storie di donne in tre generazioni girato a Tavarnelle 

Val di Pesa e Barberino Val d’Elsa.


Il filmato, realizzato con la collaborazione tecnica di Matteo Querci, è stato presentato alla Biblioteca Ragionieri, nell’ambito di una iniziativa cui hanno partecipato, oltre a Barbara, anche Marina Baretta assessore alle pari opportunità del Chianti fiorentino, Ivana Niccoli vice sindaco sestese e Gloria Conti di Arci Firenze  con un saluto dell’europarlamentare Rita Borsellino. 

«VARIABILI femminili—spiega la regista—raccoglie alcune testimonianze di tre generazioni di donne rispetto ad una serie di temi:il lavoro e la famiglia, la vita sociale, le attività divertimenti. 


Si tratta di uno spaccato di vita con i cambiamenti avvenuti nel corso di un secolo, che offre diversi spunti di riflessione. Fra l’altro, anche se il documentario, è girato nel Chianti fiorentino, in realtà contiene messaggi che hanno trovato riscontro in tutta Italia: abbiamo ottenuto ad esempio grande successo durante una proiezione a Locri in Calabria e abbiamo vinto il premio Fimmina Tv proprio in Calabria».


Dalle parole delle 14 donne intervistate, tutte davvero a loro agio davanti alla telecamera, emerge che i maggiori cambiamenti si sono verificati nell’ambito del lavoro: si va dalla testimonianza delle nonne costrette a lavorare fin da piccole nei campi, alla generazione delle figlie che negli Anni Settanta potevano scegliere fra diverse occasioni di lavoro e, addirittura, erano cercate a casa con proposte di lavoro; fino alle nipoti dei giorni nostri costrette a fare i conti con una disoccupazione ‘al femminile’ che ha raggiunto livelli drammatici e, in un caso, ad essere licenziate al momento di una gravidanza.


La famiglia, invece, continua ad essere un valore centrale e, nel documentario di Barbara Enrichi, anche le giovani generazioni sembrano piuttosto ‘tradizionaliste’, fra l’altro con una volontà e desiderio dichiarato di quasi tutte le ragazze intervistate di sposarsi in chiesa e con l’abito bianco. «Ho scelto —conclude Enrichi —di far sentire solo le risposte alle domande (che si possono solo intuire) per mettere in primo piano proprio le donne senza altre sovra strutture.